giovedì 17 maggio 2007

‘Gli orologi li aggiustavo con i fichi d’india’.Enrico Ritzu inventore delle lancette che girano al contrario

SANREMO (IM). “Non passa occasione che quel cliente, unico possessore di questo orologio davvero speciale, non me lo faccia notare, puntualmente sempre al suo braccio, dicendomi ‘E’ preciso, spacca il secondo”. Stiamo parlando di un orologio con le lancette che girano in senso inverso. Strano? No davvero, almeno per Enrico Ritzu riparatore orologiaio nella città dei fiori che, probabilmente toccando in modo anomalo il meccanismo, senza volere ha innescato l'anomala rotazione di cui adesso tutti parlano.
Lui, che il mestiere lo ha imparato con pazienza, talvolta rubando - in senso buono - i segreti le sue piccole astuzie. “Ancora mi ricordo quando mio zio, alla fine della guerra, nei casi in cui era difficile trovare i pezzi di ricambio al posto dell’asse del cilindro (pezzo interno al meccanismo) mi aveva consigliato di infilare la punta della spina di un fico d’india. Si perché il pallino di fare l’orologiaio Enrico l’ha avuto sin da ragazzino, quando a 11 anni abitando a Cagliari dove è nato nel ’40 “passavo ore a guardare all’opera mio zio orologiaio. Così, dopo il militare e dopo aver lavorato due anni a Ventimiglia, sono arrivato a Sanremo dove, il 2 gennaio del ’65 ho iniziato, senza più smettere, in questa storica bottega”. 
Le sue mani hanno sistemato centinaia, migliaia di orologi, molti dei quali di prestigiose marche, pezzi di alto antiquariato e valore economico. Fino a 20 anni fa si usavano i classici orologi meccanici, per intenderci quelli con la carica manuale i cui pezzi, come minimo, partivano dalle vecchie 50 mila lire. E poi pezzi importanti, orologi, magari inglesi o tedeschi, in cui era veramente insito il valore.
Sul suo bancone gli attrezzi del mestiere sono pochi ma sono quelli indispensabili: oltre ai soliti liquidi utili per pulire e riparare, una lente, una pinza e un cacciavite. L’esperienza fa il resto. La sua casa, invece, è piena di libri sull’argomento. Confessa di comprarne tanti per poi accorgersi di non trovarci nulla di interessante e di particolare che già non sappia. “Il tempo per me? - confessa chiudendo la chiacchierata - Scorre troppo veloce. Sarà questa mia voglia di uscire, di fare tante cose. Il guaio è che gli orologi si fermano, il tempo no”.

Silva Bos - Giornalista di Informazione Positiva...e il mondo "buono" c'è

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